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Distinguere le reazioni dai ragionamenti

Eugenio Vignali

Molte situazioni (sul lavoro, ma non solo) generano stress e creano un danno alla relazione dei protagonisti perché 
si interpreta letteralmente quella che è invece una reazione o l’espressione di un disagio personale o di un bisogno dell’altro e si risponde argomentando.
Inoltre, quando ciò avviene con modalità aggressive, colpevolizzanti o giudicanti nei propri confronti, si è portati a reagire innescando una spirale di reazioni (normalmente mascherate come argomentazioni) dagli effetti talvolta molto deleteri.
La capacità di distinguere le diverse situazioni è per me una competenza fondamentale nelle relazioni, che deve attivare risposte diverse. 
Come capire se siamo di fronte a una reazione, all’espressione di un disagio o un bisogno o a un concreto ragionamento?
Io uso due campanelli d’allarme: l’EMOTIVITÀ ma soprattutto il LINGUAGGIO IRRAZIONALE.
Posto che molti riescono in qualche modo a controllare la propria emotività (ma sempre fare attenzione al linguaggio non verbale!) quando si è in uno stato reattivo o di disagio risulta più difficile evitare l'uso nella comunicazione delle forme irrazionali (generalizzazione, assolutismo, catastrofismo, doverismo e perfezionismo, intolleranza, ineluttabilità, dicotomia, ecc.).
Quando le riconosco mi metto immediatamente in modalità “alert” e:

✅ ASCOLTO con atteggiamento neutro e non giudicante;

✅ EVITO di controargomentare razionalmente (è inutile, anzi spesso peggiora le cose);

✅ cerco di NON PRENDERE PERSONALMENTE quanto detto per non reagire a mia volta (e se è una critica rivolta a me questa è la parte più difficile);

✅ MI SCUSO se si il fatto è oggettivo, pur generalizzato (ad es. “sei sempre in ritardo" quella volta che effettivamente lo sono);

✅ CHIEDO come posso migliorare se vi è un giudizio su di me (“sei inaffidabile”);

✅ CHIEDO cosa posso fare per l'altro se esprime uno stato di disagio ("sono molto arrabbiato, deluso, scoraggiato", ecc.).

Può sembrare difficile, soprattutto in certe situazioni e con certe persone, ma aiuta avere la volontà di capire esattamente qual è il processo in atto: "cosa sta succedendo?; "perché questa critica eccessiva o non necessaria?"; "perché questa reazione esagerata?"; "qual è veramente il problema?"; "dove vuole arrivare?"; ecc..
In questo modo può diventare un'opportunità per quella persona di esprimere le proprie emozioni e i propri pensieri aumentando la consapevolezza di sé e, magari, di ricevere il nostro sostegno rafforzando così la nostra relazione.

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